sabato 9 maggio 2015

Refusi ed errori negli ebook, quando la negligenza scredita il lavoro

Negli ultimi tempi mi è capitato di leggere alcuni ebook pubblicati con il self publishing da autori esordienti. Perché in fondo è ciò che faccio anche io e vorrei continuare a fare.
Spesso le idee sono ottime, i libri sono godibili ma a rallentare tutto sono i numerosi refusi e - ahinoi - errori grammaticali e ortografici che chi vuole "sentirsi" scrittore non dovrebbe concepire nemmeno sotto effetto di stupefacenti o minacciato di morte.
Purtroppo è il limite stesso del self publishing e già più di una volta, sui miei blog, è capitato che ne parlassi come di una piaga: l'omissione di controllo. I libri pubblicati senza un editore alle spalle necessitano di 101.425 riletture, una correzione di bozza eseguita da una persona esperta, un editing professionale. Al di là di uno-due refusi che rendono "umano" ogni libro (la perfezione è molto difficile), il resto non è accettabile. Per non parlare degli errori di pura grammatica. E non parlo di stile, no, quello è differente da un autore all'altro e in fondo è una continua ricerca verso la propria identità (e comunque verso un buon livello).
Ho deciso che smetterò istantaneamente di leggere un testo che presenti una frase del tipo "così Jack a voluto dire" oppure "qual'è il tuo nome?" o ancora "é certo che il cielo si sarebbe rabbuiato". Questi sono solo esempi, frutto di fantasia ma piuttosto chiari.
Non ci si sveglia la mattina e si pubblica un libro solo perché si ha la possibilità di farlo. No. Si lavora giorno dopo giorno per migliorarlo, per renderlo un prodotto di qualità, allo stesso modo in cui l'allevatore ingrassa il maiale per avere una buona mortadella. Il problema riguarda gli ebook in particolare. Così come le testate giornalistiche online, piene di refusi della serie «non rileggo perché devo uscire prima di tutti».
Il web è una risorsa preziosa, un mondo meraviglioso. Ma sta cambiando la lingua e la percezione degli italiani nei riguardi di essa. In peggio. Così ora si può accettare anche un libro (o un articolo) zeppo di errori e anzi, magari lo si premia persino con le stellette.
Senza un deciso cambio di rotta, il rischio concreto è di inficiare un'opportunità splendida come il self publishing, destinato in quel caso ad... autoscreditarsi.

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